La feudalità salentina nella crisi del Seicento
Abstract
Nel regno di Napoli rischia di essere riduttivo identificare la crisi secentesca con il fenomeno della "rifeudalizzazione", ovvero del ritono alla terra per puntellare fortune accumulate da nuovi ceti dirigenti. Il fenomeno resta diretta conseguenza del rapido declino del commercio, senza poter essere assunto come causa principale della crisi del secolo. Lo spostamento di risorse dal commercio alla rendita agraria tende in maniera crescente a ruralizzare l'economia, a rovesciare il rapporto città-campagna a favore di quest'ultima. Dentro questo quadro si articola la nuova egemonia aristocratica, al cui interno la feudalità diventa espressione paradigmatica della crisi. Per questo ceto la rendita del feudo non risparmia dalla violenta ristrutturazione dell'economia, l'esposizione spesso è talmente alta da segnarne il tramonto. D'altra parte la crisi resta un'opportunità: innovando, ammodernando, l'azienda signorile riesce a consolidare posizione economica e prestigio sociale; è inseguendo la rendita parassitaria che invece si determina una "prigionia" che comporta anche l'uscita definitiva di scena. Il volume propone un excursus dell'ascesa o caduta di alcune casate nel Salento sullo sfondo di tale problematica
Autore Pugliese
Tutti gli autori
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M. Spedicato
Titolo volume/Rivista
Cultura e Storia
Anno di pubblicazione
2010
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