L'azione della BCE nella crisi dell'area dell'euro alla luce del diritto dell'Unione europea
Abstract
La BCE è stata la prima banca centrale a doversi confrontare con un necessario antecedente logico rispetto alle proprie scelte di politica monetaria: assicurarsi che la moneta che gestiva continuasse ad esistere. In questo quadro, il suo intervento nell'ambito della crisi dei debiti sovrani è ben comprensibile Il ruolo svolto dall’istituto europeo di emissione nella gestione della crisi finanziaria è stato determinante tanto a fronte della crisi dei debiti sovrani, nell’impedire che lo spread raggiungesse livelli di insostenibilità, quanto nel fronteggiare la crisi di liquidità che ha colpito le istituzioni creditizie Da un punto di vista giuridico, la domanda che ne scaturisce direttamente è: questa missione risponde all’obiettivo di (limitarsi a) garantire la stabilità della moneta che il Trattato le assegna? La risposta prima facie negativa viene ad avviso dell'autrice smentita da un'approfondita analisi delle norme del Trattato e dello Statuto. La BCE, ben consapevole dei propri limiti di competenza si è mossa infatti sul filo dell'interpretazione di tali disposizioni per estendere per quanto possibile i propri poteri. Un'operazione non priva di rischi e di possibili contestazioni sul piano della legittimità comunitaria.
Autore Pugliese
Tutti gli autori
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S.M. Cafaro
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Anno di pubblicazione
2013
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