Il circuito teatrale alla prova dei Critical Management Studies
Abstract
Allo stato dell’arte dei Critical Management Studies (CMS) si impone un cambio interpretativo della dinamica delle relazioni, che sposti il focus dall’individuo al team, ovvero all’azienda o all’organizzazione generale. Non più attori per livelli dimensionali ma agenti per livelli emergenti di identità complesse. Il passaggio dalla linearità alla complessità, dal determinismo alla circolarità, dal riduzionismo ad una visione olistica implica la ricerca di equilibri dinamici e di manifestazioni di rete, proponendo un nuovo paradigma culturale rispetto a quello mainstream (Mercurio e Mangia, 2009) Il valore non è nell’oggetto ma nella relazione tra persone che si incontrano e che possono partecipare a un circolo virtuoso di co-generazione delle organizzazioni, decidendo di riconoscersi e rispettarsi reciprocamente in modo da stabilizzare nelle comunità una cultura organizzativa fondata sul benessere relazionale (De Simone e Simoncini, 2010). Nel settore dello spettacolo dal vivo, come delle industrie creative e culturali in genere, le reti organizzative e le alleanze possono rappresentare un prodotto ideale, e perciò di elezione rispetto ad altre forme organizzative, in considerazione della possibilità di realizzare, oltre alle economie da cooperazione, anche un vero e proprio benessere relazionale e, per certi aspetti sensoriale, a vantaggio di una più ampia comunità di stakeholder (Johansson e Toraldo, 2011). Se i CMS hanno il comune obiettivo di sovvertire e sostituire radicalmente le attuali pratiche manageriali e proposte in ambito epistemologico, introducendo nel campo di indagine e applicativo anche aspetti del vivere sociale rimasti tradizionalmente esclusi (Mangia et al., 2011), con attenzione quindi a nuovi stakeholder e al miglioramento delle condizioni in tutti i possibili ambiti, allora potranno e dovranno intercettare anche strumenti e processi particolarmente idonei ad agevolare il cambiamento delle strutture di dominio, tra cui le pratiche manageriali mirate al solo raggiungimento del profitto, la finanziarizzazione dell’economia, le forme gerarchiche di gestione del potere (Adler, Forbes e Willmott, 2007). Ma l’anti-performativity (Fournier e Grey, 2000) proposta dai CMS rispetto alla posizione mainstream può essere superata in taluni casi, come quello del circuito teatrale proposto in queste pagine. La sfida è coniugare le nuove prassi manageriali della prospettiva CMS con la performance aziendale tradizionalmente fondata su efficienza ed efficacia dell’agire manageriale, senza che ciò limiti i nuovi valori nella ricerca dei CMS, tanto in tema di approccio epistemologico alle organizzazioni (Adler, Forbes e Willmott, 2007), quanto in tema di approccio ontologico definito come critical reflexivity (Willmot, 2008 a e b). Anzi la performativity nella struttura reticolare della circuitazione risulta perfettamente compatibile con un ampliamento degli spazi di conoscenza del benessere sociale: il paradigma utilitaristico può essere superato con la realizzazione di una situazione non Pareto efficiente.
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2012
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