Donne romane fra Idealtypus e realtà sociale. Dal “domum servare” e “lanam facere” al “meretricio more vivere”

Abstract

Il lavoro parte da un'analisi dei numerosi 'luoghi comuni' in tema di donne romane, quali si rinvengono nelle testimonianze letterarie ed epigrafiche fra II sec. a.C. e III sec. d.C. Fra essi, si rileva oltre alla ricorrenza delle lodi verso la "domiseda" e colei che lavora la lana fra le mura domestiche, l'elogio di un eloquio moderato e in particolare quello della castità di costumi ("pudicitia"). A seguito dell'esame di una serie di testimonianze letterarie epigrafiche e giuridiche si mostra come, là dove la donna presa di volta in volta in considerazione, si segnali per autonomia o una qualche eccentricità rispetto al modello, gli 'stereotipi' si invertono: la donna viene tacciata di essere "virile", in luogo delle lodi per la moderazione e la temperanza si passa alla denuncia di un "latrare" femminile, e la donna non indubbiamente casta è automaticamente tacciata di essere una prostituta.


Autore Pugliese

Tutti gli autori

  • Lamberti F.

Titolo volume/Rivista

QUADERNI LUPIENSI DI STORIA E DIRITTO


Anno di pubblicazione

2014

ISSN

2240-2772

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